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Alla ricerca del cibo selvatico: il foraging

Da anni si parla frequentemente del foraging, soprattutto a proposito delle cucine stellate e delle nuove tendenze nella ristorazione. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il foraging è la raccolta di erbe, foglie, bacche, muschi, licheni, frutti, fiori, corteccia e radici a scopo alimentare, in italiano si può assimilare alla fitoalimurgia, cioè la conoscenza ed il consumo delle specie vegetali edibili.

Come si può facilmente intuire, di nuovo ha ben poco, visto che affonda le radici, è il caso di dire, nell’antichità. L’uomo ha, da sempre, cercato erbe, bacche e frutti per sfamarsi, soprattutto in tempi di carestia ed alcune erbe sono diventate parte integrante dell’alimentazione di località di montagna e campagna. Basti pensare alle ricette contadine che spesso sono a base di erbe spontanee.

Ma non si deve pensare che il foraging sia prerogativa solo dei Paesi poveri o delle realtà contadine, ad esempio in Scandinavia è molto diffuso l’uso di muschi, licheni, bacche ed erbe spontanee, non a caso il foraging è stato riportato alla ribalta da René Redzepi, chef del Noma di Copenhagen.

Il foraging è diventato ormai di moda, ma per farlo in maniera corretta e sostenibile ci sono delle regole da seguire.

Innanzitutto bisogna studiare, non si può improvvisare. Raccogliere il fungo o la bacca sbagliata può essere molto pericoloso, anche letale, pensate al caso della coppia morta per aver mangiato un croco pensando fosse zafferano.

Per avere un’infarinatura, ci sono tanti libri…

credits: Amazon

Ma un libro non basta, meglio seguire un corso e farsi guidare da un esperto. E quale guida migliore di un nonno o un anziano, se ne avete la possibilità? Altrimenti ormai i corsi sono dappertutto, specialmente in montagna; Valeria Margherita Mosca (autrice del libro qui in alto destra) ha fondato Wood*ing, una vera e propria accademia per imparare a raccogliere e cucinare il cibo spontaneo…

Scegliamo con cura il posto in cui andare “a caccia”, assolutamente vietato farlo nelle riserve naturali e depredare le proprietà altrui. E vi prego, non fate come quelli che ho visto raccogliere i fiori di sambuco a bordo di strade trafficate… 😉

Procuriamoci il nostro kit da foraging; bastano un cesto, un coltellino affilato, possibilmente a lama liscia, una giacca e degli stivali o degli scarponcini e un cappello. A conti fatti, va benissimo anche per il fogliage... 😉

Per chi va alla ricerca di funghi, è consigliabile informarsi bene perché ogni regione ha un regolamento al riguardo e ci sono anche disposizioni comunali, ad esempio in alcune località la ricerca dei funghi è riservata ai residenti…

Raccogliamo secondo la stagionalità e solo frutti e germogli maturi e senza danneggiare le piante…

Infine, non siamo avidi, raccogliamo soltanto il necessario…quello che non serve a noi sfamerà altri esseri viventi…

*all credits Pinterest

Il foraging mi ha sempre affascinato, ho dei ricordi bellissimi in campagna con i miei nonni alla ricerca di erbe spontanee e funghi, c’è tanto che vorrei ancora imparare e spero di poter seguire presto un corso.

E voi siete mai andati alla ricerca di cibo selvatico?

Vi auguro una buona serata

Effe

4 pensieri riguardo “Alla ricerca del cibo selvatico: il foraging

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